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USA: vietati pantaloni a vita bassa e minigonne in città

Nuova stretta della Fashion Police alle abitudini dei giovani americani in nome della parità tra uomini e donne

Un modo curioso di assicurare la parità di trattamento tra uomini e donne quello del Consiglio Comunale di Dadeville City, in Alabama, che dopo aver imposto un dress code alla popolazione maschile, si inventa un divieto simile anche per le donne, provocando comprensibili reazioni non solo da parte dei cittadini, ma anche dei media locali.

Il 25 agosto scorso, il consigliere Frank Goodman aveva stupito tutti proponendo e facendo approvare un’ordinanza che vietava agli uomini i cosiddetti “saggy pants”, ovvero i pantaloni portati a vita talmente bassa da lasciare scoperta buona parte dei boxer, molto in voga tra i giovanissimi, talvolta portati anche in età adulta con un effetto a dire il vero spesso esilarante. Secondo Goodman, il divieto è giustificato da ragioni di rispetto, per gli altri e per sé stessi, e di decoro.

Si tratta di rispetto. Chi ti rispetterà se non ti rispetti per primo? La ragione per cui ho portato avanti questa proposta è che le persone meritano rispetto quando sono in pubblico. Penso che ciò dia ai nostri giovani un’impressione errata di ciò che è cool.

Goodman ha poi sottolineato come spesso il “pantalone cascante” sia indossato anche in occasioni ben diverse dal tempo libero, così toccando anche il problema della disoccupazione giovanile, che sarebbe almeno in parte provocata anche dall’atteggiamento (e dall’abbigliamento) dei candidati.

Poi hanno il coraggio di entrare in un luogo d’affari e chiedere un posto di lavoro.

Tanta la rilevanza del problema per il consigliere, che pare abbia dedicato allo stesso le sue preghiere (“Ho pregato per questo: io so che Dio non sarebbe andato in giro con i pantaloni abbassati”).

Ora il divieto potrebbe estendersi, in nome di una presunta parità di genere, anche a capi molto usati dalle donne di tutto il mondo, come short e minigonne. A dirlo è stavolta una consigliera, Stephanie Kelley, che nel Consiglio Comunale di martedì 8 settembre, ha proposto di vietare alle ragazze di Dadeville, di indossare non solo pantaloni a vita bassa, ma tutto ciò che sia talmente corto da lasciar immaginare l’inesistenza di un intimo sottostante.
La questione del decoro nell’abbigliamento, specie con riferimento ai più giovani, non è nuova negli USA, dove già nel 2013, a Pikeville nel Tennessee, era scoppiata la polemica per provvedimenti simili, ma ha spesso provocato discussioni e iniziative molto criticate anche da noi. Ad ogni arrivo della bella stagione riparte la polemica e le scuole, ad esempio, si trovano a dover vietare ai ragazzi, l’adozione di uno stile più adatto alla spiaggia che ad un’aula scolastica. Ma se è vero che per ogni luogo esiste un dress code da rispettare, estendere il divieto indiscriminatamente a tutto ciò che viene indossato ovunque, anche semplicemente per passeggiare per la pubblica via, non è eccessivo?