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Perché ci innamoriamo? Risponde la scienza

La scienza prova (di nuovo) a spiegarci da cosa nasce l’attrazione

Se pensi che ad attrarti in un uomo possano essere gli occhi profondi, le mani grandi o gli addominali scolpiti da poster pubblicitario, potresti doverti ricredere, perché la scienza, dopo averci detto che contano le proporzioni del viso, il profumo o il tono della voce, ha ora scoperto che a guidare la nostra attrazione è qualcosa di più profondo e impalpabile, la consapevolezza.

Cos’è l’attrazione

Definire esattamente cosa sia l’attrazione non è affatto facile, anche perché ognuna di noi ha di volta in volta percepito come rilevanti alcuni elementi piuttosto che altri: l’aspetto fisico, la gentilezza, un particolare estetico dal quale poi è partito il coinvolgimento vero e proprio. In generale, la scienza ritiene che l’attrazione sia data da tutti questi fattori contemporaneamente e da una serie di caratteristiche dell’altro che possono influenzare la nostra valutazione romantica. Questo, in effetti, è qualcosa che già sapevamo e che non stupisce; ma a sparigliare le carte arriva una ricerca recente (2015) portata avanti da tre studiosi (Janz, Halford e Pepping), che attribuisce alla consapevolezza un ruolo predominante nel processo dell’attrazione, almeno per noi donne

L’esperimento

Per capire cosa ci fosse alla base dell’attrazione tra due persone, Janz e i colleghi hanno effettuato un esperimento organizzando una sorta di speed date tra una cinquantina di studenti universitari, sia maschi che femmine. Prima di iniziare, tutti i partecipanti hanno dovuto compilare un questionario, appositamente creato per misurare il loro grado di consapevolezza; dopo aver interagito tra loro per nove incontri di tre minuti ciascuno, i partecipanti dovevano valutare il livello di “interesse” scattato nei confronti della persona appena incontrata. È emerso un dato importante: le donne erano evidentemente attratte dagli uomini con un grado di consapevolezza più elevato, ma non viceversa, perché dalle valutazioni maschili è apparso chiaro che gli uomini, pur guidati sempre dall’attrazione, sono invece immuni al potere della consapevolezza.

La consapevolezza disposizionale

Noi donne, dunque, siamo attratte dalla consapevolezza; ma di cosa si tratta? Per la precisione, il termine usato dai ricercatori è consapevolezza disposizionale (in inglese si parla di mindfulness) e indica la capacità di prestare attenzione e concentrarsi sul momento, senza farsi distrarre o turbare da periodi difficili appena trascorsi, problemi che ci aspettano a breve distanza di tempo o sentimenti. In pratica è la capacità di essere completamente presenti, in ogni briciola del proprio essere e, se la trasferiamo nell’ambito di un incontro romantico, si traduce nel vivere appieno il momento dell’incontro, senza pensare alle bollette che scadono, all’auto in doppia fila o all’ex fidanzato che ci ha appena mollato. Vista così, è facile capire perché gli uomini in noi non la ricercano: non si è mai vista una donna con la mente libera dai mille pensieri che l’affollano ogni giorno. Siamo multitasking sempre, in ogni situazione, anche ad un appuntamento.

Non finisce qui

A ben vedere, la ricerca di Janz, Halford e Pepping non riesce però a darci una risposta esaustiva. Se tutto dipendesse dalla consapevolezza, gli uomini avrebbero una vita ben facile nel tentativo di conquistarci, perché gli basterebbe iscriversi ad un corso di yoga o di meditazione ed imparare a restare concentrati sul presente. Per fortuna, non tutto finisce qui, nel senso che i dati raccolti dai tre studiosi non distinguono tra interesse a breve termine e attrazione profonda; può quindi capitare che una donna trovi affascinante “a pelle” un uomo consapevole appena conosciuto, ma da qui a far scattare la scintilla dell’attrazione, il passo non è breve. Allo stesso modo, non è da escludere che, pur inizialmente attratti da un fisico esplosivo, gli uomini ricerchino ben altro (magari proprio la consapevolezza) in quella che vorrebbero come loro compagna. Questo ruolo attribuito all’equilibrio interiore non è comunque da scartare, fosse solo per il fatto che in genere si accompagna ad una buona gestione degli impulsi e dei sentimenti e che gli si attribuiscono effetti benefici anche sull’apparato cardiocircolatorio; dobbiamo solo inserirlo nel calderone, insieme a tutto quello che serve per la pozione magica che favorisce l’innamoramento i cui ingredienti, per fortuna, restano ancora in gran parte top secret.