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I cinque segnali che ti fanno capire che stai “invecchiando”

Ecco una divertente lista di cinque cose che non facciamo più, le quali ci fanno rendere conto che non abbiamo più vent’anni e che, sì, stiamo invecchiando

Sì, tutti invecchiamo, eppure non ce ne rendiamo conto. Lentamente abbiamo iniziato a preferire le cene tranquille tra amici alle feste scatenate, i nostri colleghi non fanno altro che parlare dei loro figli e riceviamo più inviti a matrimoni e battesimi che dai pr in discoteca.

Le serate dove potevamo sbronzarci, divertirci spensierate e spendere tutti i soldi in cavolate sono finite, sostituite dalle preoccupazioni di pagare le bollette e fare la spesa. Dal fregarcene della casa, svegliarci all’ultimo minuto e prepararci in due secondi per andare al lavoro o all’università, siamo passate ad alzarci due ore prima per rifare il letto, sistemare casa e, ovviamente, per prenderci quei 45 minuti utilissimi a ricordarci chi siamo e dove siamo. Ci ritroviamo a dire frasi come “beata gioventù” e a passare le nostre domeniche sul divano in pigiama a guardare la tv. E tutto questo accade perché, sì, stiamo diventando grandi. Non abbiamo più vent’anni, ormai abbiamo quasi superato i Trenta e ci si rende conto di stare “invecchiando”. Ma quali sono i segnali per capirlo? Ecco una divertente lista di cinque cose che abbiamo smesso di fare, o meglio, che non riusciamo più a fare.

Il significato del week end

Una volta il week end era sinonimo di bagordi. L’unica cosa che ci faceva stare di buono umore era il sapere che nel fine settimana ci saremmo divertite da morire con le nostre amiche in giro per i locali. Il venerdì sera iniziava per noi il “week end dello sballo”: discoteche, cene, locali e giri di shopping. Ora invece ci dimestichiamo tra le pulizie di casa, le lavatrici e l’andare a fare la spesa. Alle feste iniziamo a preferire le cene tra gli amici a casa, o al massimo un apritivo. E la domenica? Prima ci si svegliava alle 13 dopo aver ballato tutta la notte, si mangiava al volo, e via con gli amici da qualche parte per concludere la domenica con un aperitivo in qualche locale. Ora invece, tra pranzi domenicali con i suoceri o genitori e giro all’Ikea per comprare le ennesime candele, siamo stravolte e la domenica sera ci ritroviamo a casa con plaid e telecomando in mano a poltrire, e alle 22.00 stiamo già dormendo.

Fare le ore piccole

Fino a qualche anno fa non si tornava mai a casa prima delle 4.30/5 del mattino. Si stava sveglie tutta notte a ballare in qualche locale, sorseggiare cocktails e flirtare con qualunque ragazzo ci abbordasse. Ora invece, solo l’idea di fare quell’ora ci fa sbadigliare. Certo, la discoteca non è del tutto bandita, ma se ci si va è solo per occasioni speciali come compleanni di amici con la sindrome di Peter Pan o lauree di qualche ex compagno decisamente fuori corso. Ma ormai i tempi dei bagordi sono finiti, e alle 2.00 si salutano gli amici più temerari e si va verso casa, dove il letto è l’unico nostro pensiero. E la mattina dopo? Una vera e propria tragedia: ci aggiriamo come zombie per la casa senza le forze di fare più nulla. E pensare che ai tempi dell’università si andava a far serata perfino il mercoledì e alle 8 si era a lezione.

Il post sbronza

Anche l’alcol merita un posto in questa top five delle cose che sono cambiate da quando avevamo vent’anni. Prima, quando si beveva  il post sbronza passava con una buona colazione e qualche bicchiere d’acqua. Ora, invece, oltre che a sbronzarci con la meno quantità di alcool, il post sbronza è qualcosa di traumatico che ci segnerà per giorni. Ci si alza con un terribile mal di testa, per capire come ci chiamiamo ci vogliono ben 6 ore e, soprattutto, ci vogliano circa 12 litri d’acqua per iniziare a carburare.

Adolescenti fastidiosi

Sono passati quasi dieci lunghi anni da quando non siamo più teenager, o meglio adolescenti, e ci siamo proprio dimenticati di cosa voglia dire esserlo. Infatti, uno dei segnali che ci fa capire che stiamo invecchiando è senza ombra di dubbio il fastidio che abbiamo nei confronti degli adolescenti di oggi, chiamati molto spesso “ragazzini”, dai quali ci discostiamo. Ci ritroviamo a dire frasi come “Io alla tua età ero…”, come a voler dire che la nostra generazione è decisamente migliore di quella attuale.

Il cibo spazzatura

Altro elemento che ci fa accorgere che non siamo più quelle di una volta è il fatto che quando avevamo vent’anni potevamo mangiare qualunque cosa ci passava per la testa in qualunque momento della giornata: gelati, caramelle, patatine fritte e tutto il cibo spazzatura che trovavamo in commercio. Ed ovviamente, non c’era nessun tipo di ripercussione fisica in tutto ciò: non ingrassavamo e il nostro stomaco di ferro digeriva qualsiasi cosa. Oggi invece, dopo aver esagerato con questo tipo di alimenti, non solo ci ritroviamo, in gran parte dei casi, chili in più direttamente sui fianchi, ma patiamo mal di stomaco e acidità per giorni.