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In difesa degli studi umanistici: quali sono gli sbocchi professionali?

Cosa può offrire al mondo del lavoro un laureato in materie umanistiche? Ecco svelati tutte le possibili professioni di chi sceglie questo tipo di percorso universitario

Molti intellettuali, negli ultimi anni, si sono occupati della redazione di veri e propri manifesti in difesa degli studi umanistici. La necessità è sorta da una svalutazione del sapere umanistico, considerato poco produttivo e poco spendibile nel mondo del lavoro. Il punto su cui, spesso, questi documenti insistono è che, tale situazione, affligga paradossalmente l’Italia, culla dell’Humanitas.

Basta, semplicemente, dare uno sguardo veloce alle percentuali d’occupazione post-laurea delle varie facoltà, quelle umanistiche si trovano puntualmente agli ultimi posti, con il risultato che solamente il 6% degli adolescenti si iscrive al Liceo Classico, il restante 94% sceglie infatti percorsi scientifici, tecnici o professionalizzanti. Roberto Esposito, Ernesto Galli della Loggia ed Alberto Asor Rosa, nel loro manifesto pubblicato sulla rivista del Mulino, compiono un appello lucido e coraggioso che parte proprio dall’analisi dei limiti della scuola e dell’università in cui si riflette il declino della cultura umanistica. Il loro tentativo è quello di dimostrare che la rimozione del proprio passato si sposa quasi sempre con una crisi del futuro, infatti, l’atteggiamento di irriconoscenza nei confronti della propria memoria umanistica, non può che affossare il Paese.

Ricordiamoci che, anticamente, erano i filosofi ed i letterati a rivestire i ruoli guida in una comunità, ad occupare le posizioni decisionali più rilevanti; ora, invece, le persone dotate di quel bagaglio culturale, sono considerate poco utili al raggiungimento dello scopo-madre dell’epoca contemporanea: guadagnare. Chi studia discipline umanistiche, in realtà, possiede qualità importanti, o che perlomeno dovrebbero essere considerate tali: conosce il passato e sa, sulla base del medesimo, fornire un’interpretazione critica e consapevole del presente, è empatico e dotato di intelligenza e di sensibilità emotiva, ha la capacità di scrivere, leggere e parlare in modo corretto, doti da non dare per scontate.

I principali sbocchi professionali riguardano l’insegnamento, la ricerca, la pubblica amministrazione, il giornalismo, l’editoria, la comunicazione e le attività legate alla gestione delle risorse umane. Importante è il mondo delle nuove tecnologie, che richiama molti umanisti, soprattutto per quanto riguarda il giornalismo online ed il web marketing. I filosofi si stanno facendo strada anche nel mondo aziendale, attraverso percorsi di studio che hanno proprio l’obiettivo di formare filosofi d’impresa, che associno il sapere tecnico-economico a quello umanistico. La flessibilità culturale e la forma mentis di chi ha intrapreso un percorso di questo tipo, offre alle aziende la possibilità di trasmettere competenze e raggiungere obiettivi con più facilità, rispetto ad altri tipi di laureati. Sia l’otium, ossia l’attività culturale, che il negotium, ovvero le competenze più tecniche sono fondamentali, e un laureato in materie umanistiche può offrire tutto ciò.