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I cinque motivi per cui ci si innamora del “cattivo ragazzo”

Ecco cinque punti indispensabili per capire cosa spinge una donna ad innamorarsi di un “cattivo ragazzo”

Ogni donna, prima o poi, viene travolta dall’idea tipica dell’uomo perfetto: un lui dolce, sensibile, altruista, comprensivo, intelligente e buono. Sembrerebbe perfetto, eppure, a tutte almeno una volta, è capitato di innamorarsi di un’anima tormentata, difficile da capire. E tutti i buoni propositi di trovare un compagno ideale vengono soffiati via dal fascino del ribelle. Ecco, dunque, i cinque principali motivi per cui siamo attratte dai “cattivi ragazzi”.

La sindrome della crocerossina

Ogni donna è profondamente convinta di poter cambiare in meglio il proprio uomo, figuramoci se si tratta di qualcuno da riportare sulla retta via. Crediamo di essere le prescelte, le fortunate che faranno cadere la maschera del cattivo, mostrando che dietro c’è un’anima buona. Pensiamo che, anche se tutte le persone che lo conoscono ci dicono che è un donnaiolo, che non cerca una relazione seria, noi saremo esattamente quelle che gli faranno cambiare idea, perché con noi sarà diverso.

Un bad boy non è una persona facile da capire

“Chissà perchè si comporta così”; “devo scoprire cosa c’è dietro”. A volte niente, a volte una storia triste o un cuore spezzato. Ma di questo, all’inizio, poco ci importa. Il punto centrale è dettato dall’alone di mistero che avvolge il ragazzo in questione: è sfuggente, non si espone né si sbilancia. Così parte l’ossessione, l’analisi minuziosa di ogni suo comportamento: meno lui è esplicito, più noi possiamo psicanalizzarlo.

Il fascino del proibito

Quando è difficile raggiungere un obbiettivo, diventa matematicamente la cosa che vogliamo di più. È più semplice di quanto si pensi: ogni qual volta che ci vietano qualcosa, diventa esattamente ciò che abbiamo sempre desiderato. Funziona con le borse, con il cibo e sì, anche con gli uomini. Quante volte, quando eravate adolescenti, i vostri genitori vi hanno vietato di uscire con un ragazzo perché aveva l’aria di essere “poco raccomandabile”? Voilà, mistero svelato. In più, ottenere qualcosa di complicato include una lotta, un qualcosa per cui bisogna sforzarsi: il brivido aumenta, e la conquista avrà un sapore diverso.

È lontano dalle favole con cui siamo cresciute

Il principe azzurro è passato di moda, si faccia spazio all’antagonista della situazione! Non ci piace più il bravo ragazzo, quello da presentare ai genitori, che ci porta i fiori. Abbiamo smesso di aspettare il cavaliere in armatura, l’uomo che ci possa soccorrere nel momento del bisogno. Alle donne il romanticismo piace, è innegabile, ma non bisogna sfociare nel banale e, con un cattivo ragazzo, questo rischio non c’è. Non inciamperà negli stereotipi di dolcezza eccessiva, non sarà smielato né prevedibile.

“Se ti tratta male, vuol dire che gli interessi”

Il film La verità è che non gli piaci abbastanza ha creato un piccolo mondo di zitelle che giustificano l’assenza di un uomo in svariati, pittoreschi modi. Se però fate attenzione, all’inizio del film viene espresso un concetto chiave per la comprensione della complicata psicologia femminile: una mamma sta spiegando a sua figlia, appena insultata da un bambino con atteggiamenti da bad boy, che lui non l’ha chiamata “pupù” per prenderla in giro. No, lui l’ha fatto perché è innamorato di lei e non sa come esprimere le sue emozioni. Siamo affascinate da questi caratteri meschini, turbolenti perché, sotto sotto, crediamo che siano modi indiretti di esprimere interesse nei nostri confronti.