Categorie
Benessere

Sigaretta elettronica, ecco tutta la verità

Le sigarette elettroniche possono essere la soluzione giusta per liberarsi di una dipendenza fisica, ma per quella psicologica invece?

In bar, ristoranti, metropolitane, treni, ma non solo, bensì anche in piazze, parchi e per le vie della città, molte sono le persone che tengono tra le mani oggetti che fino a qualche tempo fa erano a noi sconosciuti. Li avvicinano alla bocca e, una volta allontanati, emettono una nuvola di vapore. Si tratta delle sigarette elettroniche: ne esistono di vari modelli, dimensioni e materiali. Insomma, si tratta di moda o di salute?

Come funziona la sigaretta elettronica?

Essa nasce con l’obiettivo di aiutare i fumatori a tagliare i ponti con la loro dipendenza. In sostanza, imita il gesto del fumo, dando al fumatore sensazioni simili a quelle che generalmente prova attraverso la sigaretta tradizionale con pericoli per la salute, a detta di molti, nettamente ridotti e, elemento da non sottovalutare, con un prezzo più contenuto. Infatti, non solo il nostro corpo è assuefatto a tutte le sostanze contenute nella sigaretta, ma la nostra mente, abituata al gesto, al momento del fumo, potrebbe avere diverse difficoltà nel rinunciare al medesimo. Essa può contenere nicotina in quantità variabili e sulla base del nostro obiettivo, ma ciò che la distingue dalla tradizionale sigaretta è l’assenza di combustione.

La sigaretta elettronica viene chiamata anche vaporizzatore, essa, infatti, surriscalda un liquido composto da sostanze non pericolose per la salute che sono anche impiegate nell’industria alimentare e cosmetica, quali il glicole propilenico e la glicerina vegetale, fino a trasformarli in vapore. L’oggetto è dotato di una batteria e di un atomizzatore che scalda il liquido contenuto nella cartuccia, questo si vaporizza ed, in modo automatico o manuale, entra nella bocca del fumatore al momento dell’aspirazione.

Cosa non contiene?

Non contiene nè catrame, nè monossido di carbonio, che sono le sostanze più pericolose presenti nella sigaretta tradizionale, tuttavia, la sigaretta elettronica può contenere nicotina. Difficilmente un fumatore, riesce ad interrompere in modo improvviso l’assunzione di essa, per questa ragione, inizialmente, si parte con un’assunzione media di questa sostanza, per poi scalarla in modo graduale. La nicotina dà assuefazione, ma non è la sostanza più nocivapresente in una sigaretta tradizionale. Gli effetti collaterali sono simili a quelli della caffeina. Basti pensare al fatto che, essa, in modeste quantità, è contenuta anche in pomodori, melanzane, patate e peperoni.

Sigaretta elettronica, sì o no?

Umberto Tirelli, direttore del dipartimento di Oncologia medica dell’Istituto Tumori di Aviano, ha dichiarato di essere favorevole alla sigaretta elettronica, essa infatti riduce l’assunzione delle sostanze più nocive contenute in una sigaretta normale. Ovviamente, sarebbe meglio evitare anche la medesima, ma indubbiamente è una delle modalità migliori al fine di smettere col fumo. Potendo assumere, attraverso di essa la nicotina, è chiaro che, in parte, una forma di dipendenza rimane, ma tutti gli altri metodi esistenti in commercio per smettere di fumare prevedono la possibilità di scalare gradualmente tale sostanza. A differenza delle gomme da masticare e dei cerotti, però, la sigaretta elettronica, permette al fumatore, di simulare una gestualità a cui è abituato, il distacco, quindi, è meno brusco e le possibilità di successo sono maggiori. Chiaro è che, sebbene si combatta la dipendenza fisica dalle sostanze contenute nella sigaretta, non si combatte assolutamente la dipendenza psicologica.

Esiste il rischio di indurre i giovani al fumo?

Le sigarette elettroniche portano con sé un rischio da non sottovalutare. Esso non è legato alle sostanze contenute, di cui non è stata dimostrata alcuna pericolosità, a parte la nicotina, ma bensì, al fatto che, questi oggetti accattivanti, dai sapori più gustosi e disparati, possano indurre i giovanissimi al fumo, oppure all’assuefazione da nicotina. Bisogna, quindi, collocare questi prodotti nella giusta sfera di commercializzazione e sottolineare che essi sono pensati, al pari di gomme e cerotti, per combattere la dipendenza dal fumo. Non si tratta di un gioco, ma di un metodo per liberarsi di una dipendenza, quantomeno, dal punto di vista fisico.