Indipendentemente dall’età e dalla durata della relazione, la fine di una storia fa male, soprattutto quando sei tu ad essere stata lasciata. La persona su cui sei abituata a contare improvvisamente non c’è più e senza quasi rendertene conto ti ritrovi a dover fare i conti con te stessa.
Triste e malinconica, l’unica cosa di cui hai voglia è rimanere da sola, chiusa in camera ad affogare il tuo dolore tra montagne di gelato e film strappalacrime, e nel primo periodo sei assolutamente giustificata a farlo. Anche la musica può essere una valida compagna per il tuo cuore spezzato, ma per quanto ti possa sentire disperata, evita di deprimerti ulteriormente con colonne sonore troppo struggenti. Ecco una lista di cinque canzoni da evitare assolutamente dopo la fine di una storia, soprattutto se vuoi cercare di dimenticare il tuo ex.
“L’universo tranne noi” di Max Pezzali: nonostante il filo di ottimismo dato dalla lieve speranza che a volte ritornano, non abbandonarti ad illusorie aspettative e lascia perdere Max Pezzali. Anzi, già che ci sei evita anche gli 883, giusto per stare tranquilla e non rischiare.
“Come se non fosse stato mai amore” di Laura Pausini: quando si tratta di problemi di cuore la Pausini è un classico. Questa canzone racconta di un amore finito proprio il giorno prima e di come la protagonista si ritrovi a dover vivere senza la persona amata. Potresti identificarti nel testo, anche troppo.
“Goodbye my lover” di James Blunt: il titolo parla da sé. E quello che non dice il titolo lo dice il testo. È la classica canzone da lacrime a fiotti e sguardo rivolto fuori dalla finestra in un giorno di pioggia. Ma questo è proprio quello che stai cercando di evitare, no?
“Verranno a chiederti del nostro amore” di Fabrizio De André: carica di poesia, di amarezza, ma anche di dolcezza, questa canzone rende perfettamente l’idea di come spesso la causa della fine di una relazione sia da attribuire al mondo esterno. Le persone infatti a volte arrivano a tradire se stesse e i propri ideali per adeguarsi ad esso. Estremamente veritiera e di conseguenza preferibilmente da rimandare a tempi migliori.
La vostra canzone: da evitare come la peste, almeno per i prossimi due anni, e da consumare con estrema cautela nel periodo successivo. L’incubo del “pensavo mi fosse passata e invece case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale” è sempre dietro l’angolo.
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