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Pomeriggio all’Ikea: il test di coppia definitivo

Tu, lui e l’Ikea, il modo migliore per testare la vostra relazione

L’arrivo del colosso svedese sul mercato italiano ha cambiato non solo il nostro rapporto con i mobili di casa (diciamocelo, prima dell’Ikea un divano era semplicemente un divano, ora ha pure un nome, impronunciabile, ma ce l’ha), ma anche le nostre relazioni. Alzi la mano chi non ha mai affrontato, mano nella mano con il partner, la gincana tra tavoli, cucine complete e camere da letto col cuore gonfio di speranze e progetti, per poi arrivare al triste magazzino con gli scatoloni e con una relazione praticamente a brandelli. Come se già non fosse difficile scegliere insieme un arredamento, è come se l’Ikea avesse un potere magico e fosse lì apposta per farti capire se quello che hai accanto è l’uomo dei sogni, oppure no. Tanta è la rilevanza del fattore Ikea che la Dott.ssa Ramani Durvasula, psicologa clinica a New York, stanca di sentire i suoi pazienti lamentarsene durante le sedute di coppia, ha deciso di indagare e ha scoperto che sì, quelle immense distese di mobili e componenti d’arredo, nascondono qualcosa.

Diorami e vite reali

Una delle caratteristiche dell’Ikea è l’organizzazione interna degli spazi negli store, con i caratteristici percorsi obbligatori attraverso la ricostruzione di ambienti domestici candidi e perfetti. Li vedi e già ti immagini all’altare e, subito dopo, nel vostro appartamento in una vita perfetta da rivista patinata. Poi ti volti e vedi lui, vestito come se dovesse pulire il garage (“Tanto andiamo all’Ikea, mica mi devo cambiare”), più attratto da un pupazzo a forma di fungo che gli ricorda Super Mario e dalle camerette con aeroplanini e navicelle spaziali che da tutto ciò che ricorda vagamente l’età adulta. Mentre tu cerchi di capire come sarà la vostra casa, lui cerca di capire quanto manca al reparto ristorazione dove, come ogni volta, si rimpinzerà di polpette o retrocederà all’età di cinque anni e farà avanti e indietro per riempire il bicchiere di quella bibita ai frutti rossi che a te proprio non piace.

Io quello in casa non lo voglio!

Lo showroom Ikea potrebbe svelarti cose che preferiresti non sapere, come il suo pessimo gusto in fatto di arredamento e abbinamento dei colori. In questo caso hai due vie d’uscita e devi decidere se mollarlo su due piedi (e sottoporre al prossimo fidanzato un test preventivo con le palette Pantone) oppure prendere in mano la situazione ed evitare che lui possa metter bocca in qualsiasi cosa che riguardi la casa, fosse anche la scelta delle presine per la cucina. Fai la donna, mettigli in mano una matitina e un metro di carta (che poi è sempre troppo corto per misurare qualunque cosa) e spediscilo a prendere misure per un’immaginaria stanza da arredare mentre tu ti dedichi in santa pace a ciò che conta. A proposito di matitine… l’Ikea ha anche il merito di svelare quella latente tendenza alla cleptomania che qualcuno di noi ha, quindi ricordati di svuotargli le tasche al rientro o ti troverai la lavatrice intasata di mozziconi di matita inutilizzabili se non a Lilliput, ma a parere suo troppo carini e troppo gratis per essere abbandonati là dove si trovavano.

La cassa

Il perenne dilemma del “chi paga?”, che tanto ci fa discutere tra noi quando un’amica è stata ad un primo appuntamento, si ripropone prepotentemente anche alla cassa Ikea, specie se sul carrello avete appoggiato via via tanti di quegli scatoloni che non riuscite a vedere davanti a voi. Chi estrarrà la carta di credito per pagare quell’armadio mille ante per i cappelli che tu sai essere essenziale in ogni casa, ma che lui era vagamente restio ad acquistare? E stai tranquilla che, in ogni caso, se avete un conto in comune la questione non sarà poi tanto diversa perché dovrai sorbirti le sue occhiatacce ogni volta che passerà davanti a quello che state acquistando, anche quando saranno passati anni. Insomma, l’Ikea ti svela se hai accanto un tirchio oppure no.

Cestino o carrello

Indice della serietà della vostra relazione è anche la scelta del carrello o della borsa di tela fornita dagli store per riporre gli acquisti. È chiaro che se lui va dritto alla borsa, mentre tu sei convinta che uscirete da lì con un intero arredamento casa, qualcosa non torna. Vorrà dire che avete obiettivi di vita diversi e che mentre tu vuoi metter su famiglia, lui non ci pensa nemmeno da lontano? Nel caso, abbandonalo nel reparto sedie e mobili da ufficio, il più noioso, e raggiungi quel tizio interessante che hai visto prima, quello che guardava con interesse i pensili della cucina Elga; c’è sempre un uomo perfetto che girovaga all’Ikea, ma raramente è il tuo.

Il montaggio

Se pensi di aver superato la prova uscendo dallo store ti sbagli di grosso, perché se hai fatto acquisti dovrai affrontare la terribile fase del montaggio: ore e ore tra viti F, bulloni K e istruzioni incomprensibili, con lui che si muove col fare del mastro carpentiere e tu che regolarmente devi correre a recuperare la cassetta del pronto soccorso. Nei casi più gravi, montare un mobile Ikea significa testare anche la vostra compatibilità e i ruoli che avete assunto nella coppia e, nel farlo, ritrovarsi con un complemento arredo che sembra più che altro un’opera cubista.