Non è questione di moralismi o di pregiudizi, ma stare con un uomo già impegnato ed esserne l’amante può essere una situazione davvero spiacevole, e lo è per una serie di motivi, vediamo quali.
Nessuna esclusiva
Banale a dirsi, difficile da accettare: essere l’amante di un uomo non ci consentirà mai di averlo tutto per noi. E questo diventa un bel problema se abbiamo un temperamento geloso o possessivo, e soprattutto se crediamo alla favoletta del “stasera vado a casa e la lascio”. Sappiamo tutte benissimo che non succederà mai.
Le feste in solitudine
Siamo tra coloro che amano trascorrere le feste in compagnia? Sogniamo di addobbare l’albero di Natale guardando occhi negli occhi il nostro partner? Scordiamocelo. Non sarà possibile mai averlo accanto a noi nei momenti di festa, se non durante una tombolata o al veglione di Capodanno, in mezzo a decine di amici. Vogliamo davvero questo?
Il telefono, una croce
Scordiamoci telefonate fiume, messaggi appassionati, scordiamoci di potergli scrivere in ogni momento della giornata. Stare con un uomo sposato, o comunque impegnato, significa innanzitutto dire stop alle telefonate. E se siamo tra coloro che mandano mille messaggi su WhatsApp al giorno con smile ed emoticon… sarà veramente dura!
Occhio alle tracce
Abbiamo un temperamento impulsivo? Ci lanciamo al suo collo quando lo vediamo? Beh, questi sono atteggiamenti impossibili da avere con un uomo che una volta rientrato a casa non deve recare traccia di odori e nessun altro segno. Stesso discorso vale per la macchina nella quale dovremo stare attente a non perdere accessori, unghie finte, rossetti. Insomma, che fatica.
Una donna per amica
Un’altra inaccettabile condizione tipica della donna amante è quella di costituire al tempo stesso il ruolo di compagna e di donna con cui sfogarsi. Di solito questo tipo di situazioni crea tensione, nervosismo, e molto probabilmente lui si troverà spesso a discutere con la sua legittima compagna. E noi? Noi saremo costrette a recepire sfoghi, delusioni, frustrazioni. Insomma oltre al danno anche la beffa: ne vale davvero la pena?
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