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Asilo nido, quale scegliere?

La scelta dell’asilo nido è impegnativa perché tutti i genitori vorrebbero trovare la struttura migliore ma al contempo non pagare una cifra esagerata. Ci sono molti aspetti da tenere presenti, vediamo quali

Le vacanze sono terminate e il lavoro ricomincia. Per molte famiglie e in primis per le mamme, è giunto il momento di scegliere l’asilo nido dove mandare il proprio piccolo. Il compito sicuramente non è facile in quanto non si tratta di preferire un vestito rosso ad uno giallo, ma di trovare un luogo che abbia tutte quelle caratteristiche per una sana e armoniosa crescita dei nostri figli. Il momento è delicato perché il nido, se da una parte è una necessità e un aiuto fondamentale per la famiglia, dall’altra rappresenta una sorta di “nemico” potenziale perché quale mamma non vorrebbe sostituirsi ad esso e rimanere a casa con il proprio pargolo?

I costi di un asilo nido

Sicuramente il costo di un asilo nido è un investimento a medio termine in quanto, a volte, si arriva a pagare la metà di uno stipendio normale, cioè 600/650 euro. Tra mutuo della casa e nido, la famiglia si chiede se non valga la pena di rinunciare al lavoro materno, ma si tratta di un anno o al più di tre anni di sacrifici perché dopo inizierà la scuola dell’infanzia che, essendo pubblica, ha dei costi molto più contenuti. Inoltre, si possono pagare rette molto elevate se la scelta ricade su strutture private di alta qualità che hanno la mensa interna e un giardino esterno dove i bimbi possono giocare durante le belle giornate. Se il nido si avvale di un servizio di catering e non può contare su un’area verde la retta sarà più contenuta. Anche la presenza del pediatra, uno o due giorni alla settimana, pesa sui costi. Certo, sono tutti servizi che una mamma vorrebbe trovare nella struttura scelta ma allora bisogna mettere in conto una spesa che non può essere sicuramente inferiore ai 600 euro al mese. Ricordiamo inoltre, che negli asili privati è obbligatorio pagare una quota di iscrizione annuale (sui 100/200 euro) oltre la retta mensile. I costi potrebbero diminuire se si può mandare il piccolo solo per mezza giornata perché magari il lavoro dei genitori offre loro questa possibilità.

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Gli asili nido comunali hanno sicuramente dei prezzi inferiori ma tutto dipende dal reddito familiare che si basa sulla presentazione dell’ISEE, una sorta di indicatore della situazione economica familiare. Se decidete di orientarvi su un nido comunale portatevi avanti con largo anticipo nella domanda perché i posti a volte sono veramente limitati e potreste anche essere scavalcati se avete una situazione economica leggermente migliore rispetto ad altre famiglie. Infatti, la precedenza viene data ai bimbi di madri single o di famiglie meno abbienti e quindi si rischia di non rientrare tra i primi della lista. Inoltre, alcuni genitori presentano la domanda ancora prima che il piccolo sia venuto alla luce. Altro fattore determinante sul costo dell’asilo è se si parla di nord, centro o sud Italia. Sicuramente al nord le rette sono più onerose.

Ultimamente vanno anche di moda i nidi in casa dove una persona o due guardano un piccolo gruppo di bambini dopo aver avuto l’autorizzazione dal Comune. Non è facile averla perché la casa deve offrire tutte quelle sicurezze e anche dei luoghi idonei (come il bagno) a portata di bambino. Però, in simili casi, le rette sono sicuramente inferiori e soprattutto si instaura un rapporto molto più personalizzato tra famiglia e struttura.

Gli orari

Gli asili comunali, come quelli privati sono aperti dal lunedì al venerdì, dalle 7,30 circa alle 18. A volte però chiudono prima, magari attorno alle 16,30. Se si vuole un prolungamento di orario si dovrà presentare specifica richiesta scritta e aggiungere un compenso economico alla retta. Così è anche per i privati, dove però c’è più elasticità: le mezze giornate con o senza pranzo, il pre-asilo o il dopo-asilo che può finire anche alle 19. Inoltre, gli asili privati tendono a seguire il calendario canonico dove i giorni di vacanza sono quelli segnati di rosso con al più i “ponti” che anche i lavoratori fanno. I comunali invece seguono il calendario scolastico e potrebbe capitare di avere delle giornate “scoperte” perché i genitori lavorano e l’asilo è chiuso. In genere per tutti vale la regola dell’apertura a settembre fino a metà luglio.

Gli aspetti da privilegiare

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Se gli asili comunali sono più o meno uguali come qualità del servizio perché seguono le regole standard, approvate in sede pubblica, per i privati ci sono alcuni aspetti da considerare nella scelta della struttura. Come già ricordato sopra, ponete attenzione alla presenza di un giardino che sicuramente sarebbe un aspetto molto positivo. Se la cucina è interna tanto di guadagnato perché il cibo potrà essere qualitativamente migliore rispetto ai pasti arrivati da fuori. Considerate se gli spazi interni sono ben distribuiti e cioè se ci sono stanze per i piccoli (di pochi mesi), per i “mezzani” (da uno a due anni) e infine per quelli “grandi” (dai due ai tre anni di età). Il rapporto per i mezzani e i grandi dovrebbe essere di un’educatrice ogni 8 bimbi mentre per i più piccoli una ogni sei. Fate attenzione allo spazio nanna, soprattutto se è diviso da quello del gioco e del pranzo per una questione di igiene. Se i servizi igienici vi sembrano sufficienti per il numero dei bimbi, state tranquilli, ma date un’occhiata anche ai giochi, se vi sembrano nuovi e ben tenuti o sporchi e vecchi, e attenzione all’ambiente e alla luce, al tipo di arredamento (meglio un pavimento in legno che una moquette).
Insomma, bisognerebbe avere una sfera magica per fare la scelta ottimale, quindi, come ultimo consiglio, lasciatevi consigliare dalle amiche che ci sono già passate e fatevi raccontare la loro esperienza.